Oh, lui parlava fitto e innamorato
come una rondine stellata,
pieno di germi d’addio.
Era un linguaggio provenzale
con una cadenza andalusa
e con le mani sfiorava i miei libri,
invece del volto, e diceva:
“Che strano frumento
ti cresce nei capelli”.
Allora, con la falce del viso,
tentava di mietermi il sorriso
finché finimmo
nel gergo della passione.
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