Post più popolari

venerdì 6 marzo 2020

Vittorio Sereni. Poesia. Addio Lugano bella

Dovrò cambiare geografie e topografie.
Non vuole saperne,
mi rinnega in effigie, rifiuta
lo specchio di me (di noi) che le tendo.
Ma io non so che farci se la strada
mi si snoda di sotto
come una donna (come lei?)
con giusta impudicizia.
                                 E dopo tutto
ho pozzi in me abbastanza profondi
per gettarvi anche questo.
Ecco che adesso nevica...
Ma io, mia signora, non mi appello al candore della neve
alla sua pace di selva
                                  conclusiva
o al tepore che sottende di ermellini
legni bracieri e cere dove splendono virtù
altrove dilaniate fino al nonsenso
ma vizze qui, per poco che le guardi,
come bandiere flosce.
Sono per questa - notturna, immaginosa - neve di marzo
                                   plurisensa
di petali e gemme in diluvio tra montagne
incerte laghi transitori (come me,
ululante di estasi alle colline in fiore?
falso-fiorite, un'ora
di sole le sbrinerà),
per il suo turbine il suo tumulto
che scompone la notte e ricompone
laminandola di peltri acciai leggeri argenti.
Ne vanno alteri i gentiluomini nottambuli
scesi con me per strada
                                   da un quadro
visto una volta, perso
di vista, rincorso tra altrui reminiscenze
o soltanto sognato.
 Da Stella variabile:

Nessun commento:

Posta un commento