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venerdì 6 marzo 2020

Vittorio Sereni. Poesia. NICCOLÒ

Quattro settembre, muore
oggi un mio caro e con lui cortesia
una volta di più e questa forse per sempre.
Ero con altri un’ultima volta in mare
stupefatto che su tanti spettri chiari non posasse
a pieno cielo una nuvola immensa,
definitiva, ma solo un vago di vapori
si ponesse tra noi, pulviscolo
lasciato indietro dall’estate
(dovunque, si sentiva, in terra e in mare era là
affaticato a raggiungerci, a rompere
lo sbiancante diaframma).
Non servirà cercarti sulle spiagge ulteriori
lungo tutta la costiera spingendoci a quella
detta dei Morti per sapere che non verrai.
Adesso che di te si svuota il mondo e il tu
falsovero dei poeti si ricolma di te
adesso so chi mancava nell’alone amaranto
che cosa e chi disertava le acque
di un dieci giorni fa
già in sospetto di settembre. Sospesa ogni ricerca,
i nomi si ritirano dietro le cose
e dicono no dicono no gli oleandri
mossi dal venticello.
E poi rieccoci alla sfera del celeste, ma non è
la solita endiadi di cielo e mare?
Resta dunque con me, qui ti piace,
e ascoltami, come sai.

1971

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