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giovedì 4 giugno 2020

Racconto. Amore fraterno.


É una storia molto bella, troppo per poterla scrivere e leggere senza commuoversi, davvero. Ho deciso di regalarvela perché a me ha fatto un effetto che alla mia età è raro: ho pianto.
Sì, lo ammetto: io sono uno che si commuove ancora davanti a un film. Però, piangere con calde lacrime non è poi tanto normale.
I casi sono due: o io sono eccessivamente tenero, ma non credo più di tanto, oppure la storia è straordinariamente commovente. Forse entrambe le cose.
Conner e Cayden sono due ragazzi americani, fratelli nel doppio senso della parola. Fratelli perché figli degli stessi genitori, quindi per ragioni di sangue, ma anche fratelli nel senso più umano del termine.
L’amore che lega questi due ragazzi è un esempio per tutta l’umanità.
Conner, un bel giorno, viene a sapere che nella sua contea si organizza una gara di Triathlon per giovani atleti: nuoto, bicicletta, corsa. Essendo di indole sportiva, decide che vuole farla, a tutti i costi. Eh si, Conner è un ragazzino testardo.
« Mamma, voglio fare quella gara e voglio farla insieme a Cayden»
La mamma Jenny ha un sussulto.
« Caro, ma Cayden…»
Cayden non può certamente fare quella gara, è impossibilitato a camminare, e non parla, fin dalla nascita. È infermo, colpito da una ingiusta e crudele malattia. Può solo sorridere, e lo fa per dimostrare i suoi sentimenti. Conner lo ha capito fin da quando erano piccoli che il fratello sorride beato, quando lui fa sport, e si è convinto che anche al fratellino piace farlo. A Conner questo basta, lo appaga, lo rende felice. Vuole che il fratello gli sorrida, questo è il suo scopo.
« Sì, amore, va bene, ma come può farlo, Cayden?» sussurra la mamma, felicemente commossa ma anche turbata per la richiesta del figlio.
« Ho pensato a tutto devi solo chiedere il permesso agli organizzatori. Durante il percorso di nuoto mi legherò alle spalle un piccolo gommone sul quale ci sarà mio fratello, nel tratto in bicicletta trainerò la sua carrozzella e nella corsa la spingerò. Lui sarà davanti a me nel tagliare il traguardo finale, chissà come si divertirà e quanta gioia proverà. Facile, non ti pare?»
Da quella prima volta si scatenerà una gara tra gli abitanti del villaggio per appoggiare l’iniziativa di Conner e permettergli di realizzare il suo sogno, che farà il giro dell’America intera.
Ora questi due fratelli hanno già partecipato a più di venti gare di Triathlon, e ormai sono famosi. Nel tratto di nuoto usano un gommone se la prima parte della gara si svolge in piscina, oppure una speciale zattera per i percorsi in mare. La carrozzella è diventata una sorta di Risciò, tecnologicamente avanzato per poterlo agganciare con sicurezza alla bicicletta e poterlo pure spingere con facilità durante la corsa.
Vedere Conner che supera un avversario, a volte anche adulto e aitante, mentre spinge suo fratello verso l’agognato striscione d’arrivo o guardare il sorriso di Cayden che taglia il traguardo è una scena di rara bellezza. Io, che sono un vecchio nuotatore, quando ho visto lo sforzo disegnato sul viso di questo grande piccolo uomo, che quasi affonda nel faticoso gesto di trainare la zattera in mezzo alle maligne onde del mare, non ho potuto far altro che piangere, commuovermi come un bambino e pensare che quella è la vera bellezza, quello sforzo dipinto sul viso di un ragazzo che sa davvero cosa sia l’amore e che da questo trae una forza che nessun altro marchingegno al mondo potrebbe regalargli.
Qualcuno ha sostenuto che Conner è talmente preparato che, se decidesse di abbandonare il pesante fardello, diverrebbe certamente un grande campione di questa che è forse la specialità più dura dell’intero mondo sportivo.
Io invece la penso diversamente  lui diverrebbe certamente un campione dello sport ma perderebbe il primato di campione della vita, raro esempio di grande amore fraterno. E, diciamola tutta, di campioni nello sport ne abbiamo tanti, alcuni anche emeriti stronzi, e ne conosco pure di persona, ma di campioni nella vita quanti ne conosciamo?
Bravo Conner, continua così, rimani nella tua bella utopia di credere, e ci credo anch’io, che insieme a te vince anche Caydon, e insieme a voi vinciamo noi tutti, magari fra le lacrime che dapprima sono state di commozione e poi, piano, si trasformeranno in lacrime di gioia.
Guardo la smorfia del tuo viso che soffre nello sforzo della bracciata, gli occhi chiusi, la bocca che cerca aria a pelo d’acqua, mentre il tuo corpo affonda per la pesantezza del traino, e non posso altro che dire: quanto sei bello, Conner, e quanto ti invidio mio piccolo grande uomo, atleta nello sport e campionissimo nella vita.







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