Il procione
aveva dormito tutto il giorno nel tronco cavo di un albero; verso sera si
svegliò, si sgranchì e decise di andare a cercare qualcosa per fare cena. Nel
bosco c'era un laghetto, e man mano che il procione si avvicinava sentiva le
grida degli animali dello stagno. Per primo fu il cigno a gridare, poi la gru e
un uccellino, che stava nuotando sopra lo stagno, si alzò in volo gridando.
Il procione arrivò in riva al lago e riuscì a trovare solo due crostacei da mangiare. Mentre si allontanava, calpestò una famiglia di puzzole, mamma, papà e dodici piccoli, che stava dormendo in mezzo all'erba alta.
Oh, disse papà puzzola, come ti permetti di fare questo? e guardò il procione molto male. Scusatemi, rispose il procione, ero sopra pensiero e non vi ho visti! Stai più attento la prossima volta, borbottò papa puzzola e il procione fu contento di potersene andare via così, conoscendo il caratteraccio delle puzzole. Passando vicino ad un albero vide due scoiattoli alla base, ma prima che potesse afferrarne uno dei due, loro scapparono in cima all'albero
Venite giù amici, disse il procione, non vi faccio niente! Non ci pensiamo nemmeno, risposero i due scoiattoli.
Il procione andò avanti nella foresta e trovò un albero da cui veniva fuori un odorino delizioso che metteva l'acquolina in bocca. Il procione andò a vedere e si trovò coperto di una sostanza squisita: miele! Iniziò a leccarsi e a prenderne di nuova, a leccarsi e a prenderne di nuova, quando di colpo sentì qualcosa che gli pungeva una zampa, poi il naso, poi la schiena: era circondato da api arrabbiatissime.
Il povero procione scappò via disperato, inseguito da una nuvola di api. Arrivò nella sua tana, si chiuse dentro ed iniziò a leccarsi e a leccarsi, finché non si addormentò dolorante. Da allora il procione preferisce accontentarsi di bacche e altre cose più semplici della foresta, o aspetta che gli diamo qualcosa noi uomini, e dato che è un po' furfante ma è carino e simpatico, possiamo anche accontentarlo.
Il procione arrivò in riva al lago e riuscì a trovare solo due crostacei da mangiare. Mentre si allontanava, calpestò una famiglia di puzzole, mamma, papà e dodici piccoli, che stava dormendo in mezzo all'erba alta.
Oh, disse papà puzzola, come ti permetti di fare questo? e guardò il procione molto male. Scusatemi, rispose il procione, ero sopra pensiero e non vi ho visti! Stai più attento la prossima volta, borbottò papa puzzola e il procione fu contento di potersene andare via così, conoscendo il caratteraccio delle puzzole. Passando vicino ad un albero vide due scoiattoli alla base, ma prima che potesse afferrarne uno dei due, loro scapparono in cima all'albero
Venite giù amici, disse il procione, non vi faccio niente! Non ci pensiamo nemmeno, risposero i due scoiattoli.
Il procione andò avanti nella foresta e trovò un albero da cui veniva fuori un odorino delizioso che metteva l'acquolina in bocca. Il procione andò a vedere e si trovò coperto di una sostanza squisita: miele! Iniziò a leccarsi e a prenderne di nuova, a leccarsi e a prenderne di nuova, quando di colpo sentì qualcosa che gli pungeva una zampa, poi il naso, poi la schiena: era circondato da api arrabbiatissime.
Il povero procione scappò via disperato, inseguito da una nuvola di api. Arrivò nella sua tana, si chiuse dentro ed iniziò a leccarsi e a leccarsi, finché non si addormentò dolorante. Da allora il procione preferisce accontentarsi di bacche e altre cose più semplici della foresta, o aspetta che gli diamo qualcosa noi uomini, e dato che è un po' furfante ma è carino e simpatico, possiamo anche accontentarlo.
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