Guardate! È una serata di gala
In questi ultimi anni desolati!
Uno stuolo d'angeli alati!
Tra i veli e sommersi dal pianto,
A teatro siede a vedere
Un dramma di speranze e timori,
L'orchestra emette a tratti in sordina
La musica delle sfere.
Parodiando Iddio nel cielo, i mimi,
Sottovoce borbottano, sussurrano
E si gettano qua e là. Marionette
Soltanto che vengono e vanno
Al cenno di cose immense informi
E spostano gli scenari avanti e indietro
Scuotendo dalle loro ali di Condor
L'invisibile Affanno!
Un dramma così variegato, non temete,
Non sarà scordato!
Col suo Fantasma per sempre inseguito
Da una folla che mai non l'afferra,
In un cerchio che sempre ritorna
Nello stesso identico punto,
E molta Pazzia, e ancor più Peccato,
E Orrore animano la trama.
Ma guardate, tra la ridda dei mimi,
S'insinua una forma strisciante!
Una cosa rossosangue si snoda
Sbucando dalla scena deserta!
Si snoda! Si annoda! Tra spasmi mortali
Suo cibo diventano i mimi,
Singhiozzano i serafini ai denti del mostro
Di sangue rappreso imbevuti.
Spente, spente le luci, tutte spente!
E sopra ogni forma fremente,
Funebre sudario il sipario
Vien giù con fragor di tempesta,
E gli angeli pallidi esangui,
Levandosi, svelandosi, dicono
Che quella è la tragedia "L'Uomo",
E il Verme Conquistatore, l'eroe.
martedì 17 marzo 2020
Edgar Allan Poe. Poesia. Il verme conquistatore
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