Tu e le tue fissazioni! Mi vien vogliadi rinfacciarti le mie piaghe,quelle sì cancrenose, immedicabili…Ma no, sbaglio. Non io, tu sei l’ereded’una sacra penuria,te e i tuoi da sempre ha saccheggiato il cielo.C’è più tristezza nel tuo luttoper un gioco perduto, per una bambola squartatache nel mio per il novero dei mortiche colleziono da una vita.E’ più giusta, ha più stoffa la tua pena.E intanto non riesco a consolarti,mio affannato, tremante, altero amore!Non rispondi, mi guardicome, ma sì, come un nemico di classese cerco di distrarti,se ti ricatto con la tenerezza…Ma credimi, tesoro, che non voglio rubartelol’osso del tuo dolore.
(da A tanto caro sangue, 1988)
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