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sabato 16 maggio 2020

Luigi Brambillaschi. Racconto. Aspettando l’amore


L’amore è una predisposizione dell’animo, non un terno al lotto o un regalo del destino.
Non lo si può aspettare come Vladimiro ed Estragone aspettano Godot.
Costoro si lamentano continuamente del freddo, della fame e del loro stato esistenziale; litigano e cadono in una situazione di non senso della vita.
Godot non arriverà mai, questo è certo.
Se lo si vuol incontrare, l’amore, dobbiamo attenderlo a petto nudo e a braccia aperte, non a pugni chiusi e con le mani in tasca. Quando arriverà, allora il suo abbraccio lo sentiremo forte, inequivocabile.
Con le mani in tasca, e i pugni chiusi, non c’è speranza alcuna di incontrarlo.
Come ci si può abbeverare all’acqua di un ruscello se non apriamo i palmi delle nostre mani?
Chi potrà raccogliere quell’acqua per portarla alle nostre labbra?
Come potremo scalare una montagna se non muoveremo dei passi sul suo pendio?
E ancora, come si potrà abbracciare un amore se ci stringeremo nelle spalle. L’amore è una predisposizione dell’animo, non un regalo che ci è dovuto. L’indifferenza è una sorta di maleficio che lo scaccia, lo tiene lontano. Una specie di antidoto negativo.
L’egoismo è un terreno arido per far sbocciare il seme dell’amore. Egoismo ed indifferenza
costituiscono una miscela micidiale contro il sentimento dell’amore.
Cercarlo, volerlo, sognarlo, aspettarlo con animo leggero: questa è la condizione necessaria per avere almeno la speranza di incontrarlo.
Se questa attitudine non la possediamo, le speranze saranno pressoché nulle.
Per aprire uno spiraglio in noi e far sì che il cuore perda la sua durezza, prerogativa questa che porta l’amore a cambiare strada, è sufficiente lasciare alla natura la possibilità di agire, senza ostacolare il corso del fiume. Lasciarsi andare all’evoluzione naturale delle cose può essere l’inizio di un atteggiamento positivo. Abbandonarsi al fiume e diventare pietra che si lascia levigare: questo può essere sensato.
Abbattute le barriere costituite dall’indifferenza, il germoglio della bellezza farà nascere il fiore dell’amore, forse.
E la bellezza c’è in ogni momento, ed in ogni luogo, come l’aria. Di conseguenza anche l’amore.
Respirare questa bellezza come fosse aria e sentirla in sé è la scintilla che darà origine al fuoco della passione e al calore della conoscenza dell’altro. In tutti i sensi, magari anche in quello biblico.

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