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mercoledì 3 giugno 2020

AIC SOGNA


Dicevi: seguimi!
Trascinando la mia anima per i capelli.
Andavi negli oceani più tumultuosi,
facendo ondulare, nelle profondità,
il mio esile essere come un fuscello.
Poi,
di corsa,
nei deserti più arroventati,
con migliaia di crotali ai miei piedi.
Quando
prendi
il cuore
e lo stomaco
sei peggio di un cancro.
Mi hai spinto
da altissime cascate
facendomi percepire il vuoto,
assoluto,
più terribile della stessa imminente fine.
Mi hai lanciato
in caverne
popolate da infimi animali
che hanno succhiato quasi tutto
il mio sangue.
Portato in vallate
sconfinate,
perennemente ghiacciate,
abitate da enormi rapaci
pronti ad affondare i loro poderosi artigli
nella mia povera carne.
Sei stata spietata e crudele
con me
e con tutti gli altri…
Già, questa è la tua essenza.
Mi hai svegliato nel cuore della notte
accelerando i miei battiti all’impazzata
e poi via
nelle foreste più nere,
tra il rumore
assordante
delle piogge battenti, 
il suono minimale
della follia.
Sulle cime delle montagne più alte
ad ascoltare
il fortissimo sibilo del vento,
nelle grotte più oscure e remote e
nell’occhio di uragani giganteschi.
Nudo,
ad un mio lamento,
su taglienti scogli mi hai lasciato,
lacerando a sangue i miei poveri piedi.
Insieme a te
avrei voluto tante volte
morire.
Guardami.
Mi è rimasta
soltanto
un po’ di compassione
per me stesso
con la quale non riesco neanche più a combatterti.

Prendi pure questa
e dimenticati,
per un po’
di me. 


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