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venerdì 13 marzo 2020

Favola. OJI FUN E I TRE CUGINI

C'era una volta, in un paese nel lontano Oriente, un vecchio saggio di nome Oji Fun.



Egli viveva in una casa che era stata costruita nel dirupo della montagna più alta, che si poteva raggiungere solamente attraverso una vecchia funivia azionata da due vecchissimi somari a cui il vecchio saggio aveva dato un nome, li aveva chiamati Tira e Molla.
Tira era il somaro addetto a tirare la fune e neanche a dirlo Molla era il somaro che invece doveva controllare il rilascio di quest'ultima affinché la velocità della cabina fosse sempre costante.
Gli abitanti vedevano di rado Oji Fun scendere in paese, infatti era un tipo solitario, lo conoscevano però per la sua fama di saggio e per la caratteristica che lo distingueva dalla gente comune.... Oji Fun NON PARLAVA MAI .

Le dicerie sulla questione erano le più disparate:

c'è chi diceva che non avesse più la lingua perché gli era stata mozzata dall'ordine a cui apparteneva;

c'è chi invece andava blaterando, che siccome conosceva i segreti più oscuri dell'universo, gli Dei gli avevano tolto il dono della parola per impedirgli di metterne al corrente il mondo;

c'è chi invece raccontava che quella del saggio non era una maledizione ma soltanto una condizione dovuta all'immensa saggezza.

Un giorno Compare Serpo, il delinquente più astuto del paese decise di convocare in riunione i suoi due cugini delinquenti anch'essi.




I due cugini erano conosciuti in paese con il nome di Miky la Colt, perché aveva il grilletto facile e 






Frank il lisciato, perché faceva il barbiere e aveva il vizio di pettinarsi l'unico ciuffo di capelli che aveva, nei momenti meno opportuni.
All'arrivo i due cugini vennero salutati da Serpo in modo molto caloroso,  si sedettero a tavolino e ascoltarono per filo e per segno il suo piano diabolico con il quale sarebbero, a sentire lui, riusciti a sgraffignare il tesoro di Oji Fun nascosto nella sua casa. 


La sera stessa i tre furfanti indossarono la calzamaglia nera e, mimetizzandosi perfettamente nella notte, raggiunsero la funivia che portava alla casa del saggio.
Salirono in cabina e diedero una bella frustata al somaro Tira che incominciò a camminare azionando una ruota gigantesca intorno alla quale, piano piano, si arrotolava la fune che collegata alla cabina la faceva salire verso la montagna.

Una volta sulla cima, scesero e si avviarono alla casa del saggio, bussarono e Oji Fun li fece entrare senza badare alla loro fama di malviventi.

Serpo non perse tempo e chiese al vecchio dove fosse il tesoro; egli senza nessuna paura li condusse nella cantina dove i tre cugini assistettero allo spettacolo più bello della loro vita, infatti, impilati nella stanza c'era una quantità spropositata di lingotti d'oro.

Serpo rivolgendosi a vecchio saggio disse sogghignando: "Vedi Caro Fun, io adesso potrei rubare questo oro senza che tu muova un solo dito, ma domani sarei sicuramente arrestato e messo in prigione perché accusato di furto; ma se invece io adesso ti chiedessi... Oji Fun posso prendere questi lingotti d'oro? Tu cosa mi risponderesti"
Il vecchio, come già aveva ipotizzato il furfante, tacque e Serpo subito rispose: " Bene, chi tace acconsente! eheheh! "e insieme ai cugini incominciò a portare l'oro nella cabina della funivia.
Quasi a metà dell'opera Frank il lisciato, dopo un abile colpo di pettine, disse: " Serpo ma non sarà troppo pesante tutto questo oro per questa vecchia funivia?"
Serpo rispose " Stai zitto e lavora, sei già stanco, sfaticato, rammollito che non sei altro e ringraziami che non ordino a Miky di farti assaggiare il piombo della sua colt."
I tre cugini continuarono a caricare l'oro fino a quando la cabina non fu piena zeppa. Ad un tratto Miky la Colt disse " Serpo, ma con tutto quell'oro non c'è più posto per noi in cabina come faremo a scendere?"
Serpo disse " Ma voi due dove eravate quando hanno distribuito i cervelli...? Ci mettiamo sul tetto! e dove sennò?!"
I due cugini annuirono guardandosi negli occhi come per riconoscere la superba intelligenza del cugino e salirono sul tetto. 
Diedero una frustata al somaro Molla, che piano piano, incominciò a rilasciare la fune che teneva in bocca; Il somaro faticava come non gli era mai successo, il peso questa volta era eccessivo anche per un asino forte ed esperto come lui, inoltre gli anni si stavano facendo sentire; pensò che era arrivata la sua fine, sicuramente lui non avrebbe mollato la presa di sua spontanea volontà, non sarebbe stato la causa della morte dei tre cugini, anche se erano tre furfanti, ma sentiva il peso eccessivo gli avrebbe, da un momento all'altro, strappato via la testa.

Non fu la testa di Molla a strapparsi ma la fune, eh sì, la corda, vecchia e logorata dalle intemperie, dapprima si sfilacciò  per poi staccarsi di netto, facendo precipitare la cabina piena d'oro nel dirupo; ma non prima di dare il tempo a Miky la Colt di sparare gli ultimi colpi in aria, a Frank il lisciato di dare l'ultimo colpo di pettine e a compare Serpo di farsi l'ultima risata pensando che:

MORALE 

E vero che chi tace acconsente ma anche che chi troppo vuole nulla stringe!
  

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