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venerdì 13 marzo 2020

Favola. TINA LA TARTARUGA

C'era una volta una tartaruga di terra, di nome Tina , che come tutti gli anni,

aveva scavato  la sua  tana per andare in letargo. Dopo un lungo inverno, pieno di

freddo, pioggia e neve, era arrivato  il momento di uscire dal letargo. Tina si mise

a scavare sotto la terra con tutte due le zampine fino a che, con pazienza e fatica, riuscì ad arrivare in

superficie.


Quando il suo simpatico musetto sbucò dalla terra polverosa, si trovò davanti un bellissimo spettacolo:

uno stupendo cielo azzurro e un caldo e splendente sole giallo; la primavera era arrivata.

Tina, affamata dopo il digiuno del lungo letargo, gironzolava nel prato alla ricerca di cibo quando

riconobbe l'inconfodile vibrazione che produceva il passo pesante e cadenzato del suo Padrone.

Si voltò e vide che teneva nelle mani una grossa fetta di anguria rossa e succulenta; non resistette e

emise un genmito: "Phohhh!!!" Il padrone la guardo e disse " Eh sì Tina hai capito bene è proprio per

te!" posò l'anguria per terra e se ne andò.

La tartarughina non credeva ai suoi occhi, una fetta di anguria tutta per lei, avrebbe potuto strafogarsi

tutto il pomneriggio.

Divorò tutta la fetta e una volta finita cercò un angolino riscaldato dal timido sole primaverile e si

addormentò.


Purtroppo l'odore dell'anguria aveva attirato anche i passerotti del quartiere e in poco tempo la zona si

era riempita di gatti famelici a caccia di pennuti.


Il più pericoloso dei felini era Leopoldo, il gatto della vicina, che spadroneggiava nel quartiere

grazie alla sua mole imponete e alla sua rinomata crudeltà verso tutti gli animaletti più piccoli di

lui. Era rispettato da tutti i gatti del vicinato che, impauriti, cercavano di non contrariarlo mai e

che quasi sempre, si dileguavano al suo arrivo.

Anche questa volta non fu diversa dalle altre e, quando il testone di Leopoldo fece capolino da sotto

la Jeep parcheggiata in strada, tutti i suoi simili sparirono in un battito di ciglia.


Con aria di suprema importanza si appropinquò verso il recinto di Tina e adocchiò un piccolo

passerotto che era rimasto incastrato con un ala nel filo dela siepe. Si avvicinò e mentre la piccola

creaturina si dimenava dolorante e impaurita, egli pregustava, leccandosi i baffi, il delizioso spuntino

che da li a poco avrebbe riempito il suo stomaco.

Il tentativo frenetico del passerotto di liberarsi, aveva sì attirato l'attenzione di Leopoldo, ma aveva

anche svegliato Tina che da un pò osservava quello che stava accadendo.

Il gatto si avvicinò con passo felpato e si fermò a pochi passi dalla sua preda contraendosi nella

classica posizione dei felini a caccia, ma proprio mentre stava per spiccare il salto decisivo, sentì una

fitta tremenda che dalla coda salì fino alla schiena procurandogli un dolore insopportabile.

Leopoldo scappò inpaurito e dolorante senza neanche capire cosa fosse successo, infatti non si era

accorto che Tina dopo una lunga rincorsa si era scagliata contro di lui mordendogli la coda con le sue

potenti mascelle.


La piccola testuggine liberò l'uccellino e gli diede un po' della sua anguria, il calore prodotto dal

sole piano piano si indeboli, era arrivata la sera e un altro giorno era finito, stava arrivando l'ora di

andare a dormire quindi Tina si avvicinò alla propria tana salutò il passerotto che volò via e sparì

sotto terra.


Quel giorno Tina aveva aggiunto alla propria vita un'esperienza che avrebbe potuto raccontare ai

propri nipotini, era riuscita ad allontanare un animale 10 volte più grosso di lei solamente con la forza

di volontà, il coraggio e la caparbietà, con quella storia avrebbe potuto insegnare loro che....

VOLERE E' POTERE.

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