C'era una volta una tartaruga di terra, di nome Tina , che come tutti gli anni,
aveva scavato la sua tana per andare in letargo. Dopo un lungo inverno, pieno di
freddo, pioggia e neve, era arrivato il momento di uscire dal letargo. Tina si mise
a scavare sotto la terra con tutte due le zampine fino a che, con pazienza e fatica, riuscì ad arrivare in
superficie.
Quando il suo simpatico musetto sbucò dalla terra polverosa, si trovò davanti un bellissimo spettacolo:
uno stupendo cielo azzurro e un caldo e splendente sole giallo; la primavera era arrivata.
Tina, affamata dopo il digiuno del lungo letargo, gironzolava nel prato alla ricerca di cibo quando
riconobbe l'inconfodile vibrazione che produceva il passo pesante e cadenzato del suo Padrone.
Si voltò e vide che teneva nelle mani una grossa fetta di anguria rossa e succulenta; non resistette e
emise un genmito: "Phohhh!!!" Il padrone la guardo e disse " Eh sì Tina hai capito bene è proprio per
te!" posò l'anguria per terra e se ne andò.
La tartarughina non credeva ai suoi occhi, una fetta di anguria tutta per lei, avrebbe potuto strafogarsi
tutto il pomneriggio.
Divorò tutta la fetta e una volta finita cercò un angolino riscaldato dal timido sole primaverile e si
addormentò.
Purtroppo l'odore dell'anguria aveva attirato anche i passerotti del quartiere e in poco tempo la zona si
era riempita di gatti famelici a caccia di pennuti.
Il più pericoloso dei felini era Leopoldo, il gatto della vicina, che spadroneggiava nel quartiere
grazie alla sua mole imponete e alla sua rinomata crudeltà verso tutti gli animaletti più piccoli di
lui. Era rispettato da tutti i gatti del vicinato che, impauriti, cercavano di non contrariarlo mai e
che quasi sempre, si dileguavano al suo arrivo.
Anche questa volta non fu diversa dalle altre e, quando il testone di Leopoldo fece capolino da sotto
la Jeep parcheggiata in strada, tutti i suoi simili sparirono in un battito di ciglia.
Con aria di suprema importanza si appropinquò verso il recinto di Tina e adocchiò un piccolo
passerotto che era rimasto incastrato con un ala nel filo dela siepe. Si avvicinò e mentre la piccola
creaturina si dimenava dolorante e impaurita, egli pregustava, leccandosi i baffi, il delizioso spuntino
che da li a poco avrebbe riempito il suo stomaco.
Il tentativo frenetico del passerotto di liberarsi, aveva sì attirato l'attenzione di Leopoldo, ma aveva
anche svegliato Tina che da un pò osservava quello che stava accadendo.
Il gatto si avvicinò con passo felpato e si fermò a pochi passi dalla sua preda contraendosi nella
classica posizione dei felini a caccia, ma proprio mentre stava per spiccare il salto decisivo, sentì una
fitta tremenda che dalla coda salì fino alla schiena procurandogli un dolore insopportabile.
Leopoldo scappò inpaurito e dolorante senza neanche capire cosa fosse successo, infatti non si era
accorto che Tina dopo una lunga rincorsa si era scagliata contro di lui mordendogli la coda con le sue
potenti mascelle.
La piccola testuggine liberò l'uccellino e gli diede un po' della sua anguria, il calore prodotto dal
sole piano piano si indeboli, era arrivata la sera e un altro giorno era finito, stava arrivando l'ora di
andare a dormire quindi Tina si avvicinò alla propria tana salutò il passerotto che volò via e sparì
sotto terra.
Quel giorno Tina aveva aggiunto alla propria vita un'esperienza che avrebbe potuto raccontare ai
propri nipotini, era riuscita ad allontanare un animale 10 volte più grosso di lei solamente con la forza
di volontà, il coraggio e la caparbietà, con quella storia avrebbe potuto insegnare loro che....
VOLERE E' POTERE.
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