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giovedì 4 giugno 2020

Racconto. Il mito del “barbone” come scelta di vita.


Una questione fondamentale da affrontare, parlando di persone senza fissa dimora e se la loro condizione è frutto di una scelta o di necessità? Cioè il barbone è un campione di libero individualismo o una vittima rassegnata in attesa di aiuto?
La questione della scelta di vita del vagabondaggio è fortemente controversa. Contrariamente a quanti si dicono convinti che ci sia una libera autodeterminazione e una certa stravaganza, c'è chi nega tutto questo.
Sono tuttora diffuse una mentalità ed una letteratura ricche di note romantiche e connotazioni ideologiche che eleggono il vagabondo a simbolo della libertà, della piena indipendenza, della contestazione radicale della società e delle sue soffocanti regole.
Così fare il barbone diventa una scelta politica, se non addirittura un’astuta comodità.
Questa immagine del barbone è riduttiva se si considera che queste persone hanno pressanti problemi nel soddisfacimento dei loro bisogni primari.
Diversamente dallo stereotipo sociale depositato nell'immaginario collettivo della nostra cultura la condizione di senza fissa dimora non è il frutto di una libera scelta, ma nella stragrande maggioranza dei casi è prodotta da eventi particolari che sono accaduti nella vita delle persone che oggi sono in questa condizione.96
Anche tra molti di coloro che affermano di essere divenuti barboni per libera scelta, se si analizza bene la loro storia personale, si scopre che vi è stato un qualche evento traumatico che ha svolto la funzione di elemento scatenante.
Le ricerche degli ultimi anni in tema di persone gravemente emarginate hanno sviluppato una interpretazione relativamente concorde in merito alla realtà di quest’ultime come “processo”; come evoluzione del crescente disagio e del relativo degrado sul piano fisico e relazionale.
In base ai racconti delle loro storie di vita, è facile rintracciare in emarginati dei “punti di rottura”.
Si osserva, infatti, che nella narrazione degli avvenimenti della loro vita, spesso mettono in luce un evento catastrofico a partire dal quale leggono la loro storia.
Tale evento può essere di diversa natura: la malattia: lo sfratto, la perdita del coniuge, la perdita del posto di lavoro, la rottura col nucleo familiare. Eventi a volte gravi, ma di per sé non decisivi ad innescare da soli meccanismi di emarginazione poiché in condizioni di normalità infatti, esiste la possibilità di farvi fronte.

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