A volte la vita mette le persone davanti a, forse,
scomode verità o segreti, che piombano all’improvviso dentro di essa come il
più classico dei fulmini a ciel sereno.
Questo è ciò che accadde anche alla diciassettenne Lucy, quando venne a conoscenza di un segreto riguardante la sua famiglia, in quella splendida giornata di primavera che stava per assumere il sapore di un pungente inverno.
Dopo aver scoperto la scioccante verità, Lucy tornò spedita a casa, andò furente dritta dai suoi genitori, sorpresi da tutta questa veemenza, i suoi occhi erano colmi di rabbia, anche se traboccavano di lacrime amare, e senza troppi indugi, esplose.
-“Che cos’è questa storia!?
Per tutti questi anni, non avete fatto altro che mentirmi, tenendomi all’oscuro di tutto, non è vero?
LUI NON È MIO PADRE!!!”
Mikeal ed Eleonore, furono presi alla sprovvista da quella rivelazione, e per qualche frazione di secondo rimasero attoniti, ma cercarono subito di non far degenerare la situazione, per quanto fosse già compromessa.
-“Aspetta Lucy”, intervenne Eleonore, “c’è una ragione a tutto questo, lascia che ti spieghiamo.”
-“Ascolta figliola”, continuò Mikeal, “non perdere la testa, so che è difficile, ma”
-“NO!”, lo interruppe Lucy, “TU NON CHIAMARMI COSÌ, E NON PROVARE A PARLARMI IN QUEL MODO!”
Dopo di chè, Lucy se ne andò via di colpo, e usci di casa, sbattendo la porta.
-“Aspetta Lucy, torna indietro, non andartene, lasciaci spiegare!”, gli gridò la madre, -“No, lasciala stare, ora ha soltanto bisogno di stare un po’ da sola”, gli disse Mikeal, appoggiandogli una mano sulla spalla.
Più tardi, con il tramonto che pian piano stava lasciando il passo alla sera, Lucy, seduta sulla panchina del parco della periferia, dove Mikeal la portava da bambina, e presa dallo sconforto e dai tanti pensieri che in quel momento potevano passargli per la testa, venne avvicinata dalla madre, con Mikeal che rimase in leggera disparte, a debita distanza.
-“Andatevene via”, sentenziò Lucy, -“No, non stavolta figlia mia”, ribatté Eleonore, sedendosi poi accanto a lei.
-“Ascolta, non è mai stato facile, così come sembra, non dirti la verità, io e tuo padre ci eravamo ripromessi che prima o poi, un giorno, te ne avremmo parlato, solo che gli anni man mano passavano, mentre tu crescevi bene, eravamo felici, ed era difficile trovare l’occasione adatta per parlare di un argomento così delicato.”
-“Mamma, ma cosa credi che avrei mai fatto”, la bloccò Lucy, -“Pensi che avrei commesso una pazzia e non so, me ne sarei andata di colpo di casa?
Sono vostra figlia, e mi avete cresciuta con amore, affetto, ma quello che più mi ferisce di tutta questa storia, è che mi avete mentito per tutto questo tempo, io meritavo di conoscere la verità…”
-“Hai ragione figliola”, rispose Eleonore, -“Forse avevamo davvero paura di una tua reazione in fondo, più il tempo passava e più il coraggio veniva meno, lasciando infine le cose così com’erano, sbagliando purtroppo, perché i nodi, gira che ti rigira, vengono sempre al pettine.
Ti chiediamo sinceramente perdono per questo Lucy, spero che tu ce lo concederai e che capisca le ragioni, anche se sbagliate, del nostro modo di agire, ora, prima hai detto di meritare la verità, e seppur con colpevole ritardo, adesso l’avrai, spettandoti di diritto.
Vedi, a tuo padre, il tuo vero padre, dopo una lunga incurabile malattia, gli erano rimasti pochi giorni di vita a ridosso del parto, fece solo in tempo a vederti nascere, godendoti per quei primissimi giorni, e a darti il tuo nome, “Lucy”, poi prima di andarsene per sempre, quel giorno, quell’ultimo giorno, io e suo fratello, ovvero tuo padre Mikeal, eravamo accanto a lui, sai, nonostante stesse morendo, ringraziò Dio per avergli concesso di averti vista nascere e che se ne sarebbe andato in pace, felice, con il ricordo del tuo volto, poi, disse a suo fratello di promettergli che si sarebbe preso cura di noi, e che sua figlia sarebbe dovuta crescere con un padre accanto, ovvero egli stesso, volle che il sangue del suo sangue fosse cresciuto dal sangue del sangue.
Mikeal gli promise che l’avrebbe fatto, devi sapere che loro due erano molto uniti sin da piccoli, si fidavano ciecamente uno dell’altro, e ognuno avrebbe dato la propria vita per l’altro, per questo non ci pensò due volte ad affidarti a suo fratello, colui che fino ad oggi ti ha cresciuta come solo un padre poteva fare.
Io non mi sono mai opposta a quella decisione, volevo anch’io che tu crescessi con una figura paterna presente nella tua vita, non dovendo così passare lo stesso inferno da me vissuto, quello di crescere senza tale figura, credimi, io e tua nonna abbiamo sofferto tantissimo, lei si è occupata di me finché ha potuto, dopo me la sono dovuta cavare da sola, ed io non avrei mai voluto che a te toccasse lo stesso destino, sei mia figlia, non volevo che crescessi soffrendo.
Con il passare del tempo poi, piano, io e Mikeal abbiamo iniziato ad affezionarci veramente, finché non ci siamo innamorati l’uno dell’altra, diventando in seguito a tutti gli effetti una vera famiglia.
Io non lo dimenticherò mai tuo padre, lo porterò dentro nel mio cuore per sempre, del resto tu sei il frutto del nostro amore, è solo che la vita è andata avanti, ed io, ho soltanto cercato di continuarla; questo è quanto.
Senti, ora tuo padre vorrebbe parlarti da solo, ok?
Io vi aspetterò a casa, va bene tesoro?”, le disse, dandole poi un intenso bacio sulla fronte.
Lucy, dopo qualche secondo di titubanza, acconsentì con un cenno del capo, Eleonore, fece gesto a Mikeal di avvicinarsi, e prima di andare, incrociarono i loro sguardi e si sfiorarono le mani a vicenda.
Mikeal le si sedette vicino e cominciò a parlarle.
-“Hey piccolina”, le disse, sfiorandole i capelli con le dita.
-“Tua madre ti ha già raccontato tutta la storia, non serve che io te la ripeta, lo so che sei arrabbiata e confusa in questo momento, ma lasciami dire solamente una cosa.
Se non vorrai più accettarmi come tuo padre, essere mia figlia, io lo capirò, anche perché in fondo è la verità, e se vorrai considerarmi colpevole per esserlo stato ingiustamente per tutti questi anni, va bene, ma voglio che tu sappia che questa è la più grande colpa di cui vado fiero, perché anche se non sei sangue del mio sangue, tu sei e resterai comunque per me la mia piccolina, la figlia che non ho mai avuto, e ti amerò per sempre, come solo un padre sa fare.
Comunque vada, io continuerò a vegliare ogni giorno su di te fino alla fine, dopotutto, è il lavoro di un genitore occuparsi della felicità dei propri figli, e la tua sarà sempre al primo posto, venendo prima di ogni altra cosa a questo mondo, sono tuo padre, come potrei non battermi per la felicità di mia figlia.”
Lucy, che aveva ascoltato silenziosamente per tutto il tempo, con un nodo alla gola, il discorso di Mikeal, dopo quelle ferme parole, esplose in lacrime, gettandosi poi fra le sue braccia, seguì un vero intenso abbraccio, come solo tra un padre e una figlia poteva essere, dove non ci fu alcun bisogno che nessuno dei due proferisse altre parole, perché tutto era racchiuso in quell’abbraccio.
A termine di quel momento così profondo, Lucy chiese a Mikeal se era possibile, prima di tornare a casa, andare a trovare il suo vero padre, sempre se questo non gli avrebbe portato dispiacere, Mikeal, senza pensarci troppo su, acconsentì immediatamente.
Così, recatisi al cimitero dove riposava Philip, e giunti dinnanzi al suo sepolcro, Mikeal prese per primo parola.
-“Ciao Phil, oggi ho portato qui con me una persona speciale, cresciuta molto dall’ultima volta che l’hai vista, e che avrebbe voglia di dirti qualcosa.
Perdonami, se non l’avevo ancora fatto prima d’ora.”
Mikeal poggiò poi un fiore sulla tomba, e sfiorando la foto di Phil con le dita, avvicinandosi sussurrò, -“Ti saluto, fratello mio”, dopo, rivolgendosi a Lucy gli disse, -“Immagino che tu voglia rimanere un po’ da sola, io ti aspetto davanti all’uscita”, poi poggiando le mani sulle sue spalle, gli diede un bacio in testa, andando via.
Lucy, rimasta sola, dopo qualche momento iniziale d’imbarazzo e silenzio, cominciò a parlare.
-“Ciao, eccomi qua allora, un po’ cresciuta dall’ultima volta che mi hai vista, appena nata…
Sono sicura che in qualche modo, da qualche parte, tu mi stia ascoltando, e volevo soli dirti che…
Io sto bene, sono cresciuta bene, spero tu sia stato felice nel vedermi crescere, la mamma e il papà hanno fatto un ottimo lavoro dopotutto, inoltre…
Ho saputo dalla mamma, che hai voluto che Mikeal mi facesse da padre, che si prendesse cura di me, e l’ha fatto, mi ha dato tutto quello che mi poteva dare, di questo, volevo ringraziarti dal più profondo del cuore, per avermi permesso di crescere con una figura paterna accanto, pensando così, fin da subito, al mio bene, del resto, come solo un padre poteva fare.
Grazie.”
Lucy, porse poi anche lei un fiore sulla tomba, sfiorando di seguito la foto con le dita, rimanendo in silenzio.
Si voltò per andarsene, non prima di rivolgervi però un ultimo sguardo, dicendo poi a bassa voce, -“Ciao, papà.”
Lucy si sentì sollevata, fu grata per essere stata messa a conoscenza della verità, una verità che non avrebbe cambiato la vita a nessuno di loro, ma solo resi più liberi, con Mikeal ed Eleonore senza più quel fardello da dover tenere nascosto, e Lucy che non poteva avercela più di tanto con i suoi genitori, in fin dei conti il loro legame era tanto puro quanto indistruttibile, e niente al mondo l’avrebbe potuto scalfire, neanche una verità nascosta.
Questo è ciò che accadde anche alla diciassettenne Lucy, quando venne a conoscenza di un segreto riguardante la sua famiglia, in quella splendida giornata di primavera che stava per assumere il sapore di un pungente inverno.
Dopo aver scoperto la scioccante verità, Lucy tornò spedita a casa, andò furente dritta dai suoi genitori, sorpresi da tutta questa veemenza, i suoi occhi erano colmi di rabbia, anche se traboccavano di lacrime amare, e senza troppi indugi, esplose.
-“Che cos’è questa storia!?
Per tutti questi anni, non avete fatto altro che mentirmi, tenendomi all’oscuro di tutto, non è vero?
LUI NON È MIO PADRE!!!”
Mikeal ed Eleonore, furono presi alla sprovvista da quella rivelazione, e per qualche frazione di secondo rimasero attoniti, ma cercarono subito di non far degenerare la situazione, per quanto fosse già compromessa.
-“Aspetta Lucy”, intervenne Eleonore, “c’è una ragione a tutto questo, lascia che ti spieghiamo.”
-“Ascolta figliola”, continuò Mikeal, “non perdere la testa, so che è difficile, ma”
-“NO!”, lo interruppe Lucy, “TU NON CHIAMARMI COSÌ, E NON PROVARE A PARLARMI IN QUEL MODO!”
Dopo di chè, Lucy se ne andò via di colpo, e usci di casa, sbattendo la porta.
-“Aspetta Lucy, torna indietro, non andartene, lasciaci spiegare!”, gli gridò la madre, -“No, lasciala stare, ora ha soltanto bisogno di stare un po’ da sola”, gli disse Mikeal, appoggiandogli una mano sulla spalla.
Più tardi, con il tramonto che pian piano stava lasciando il passo alla sera, Lucy, seduta sulla panchina del parco della periferia, dove Mikeal la portava da bambina, e presa dallo sconforto e dai tanti pensieri che in quel momento potevano passargli per la testa, venne avvicinata dalla madre, con Mikeal che rimase in leggera disparte, a debita distanza.
-“Andatevene via”, sentenziò Lucy, -“No, non stavolta figlia mia”, ribatté Eleonore, sedendosi poi accanto a lei.
-“Ascolta, non è mai stato facile, così come sembra, non dirti la verità, io e tuo padre ci eravamo ripromessi che prima o poi, un giorno, te ne avremmo parlato, solo che gli anni man mano passavano, mentre tu crescevi bene, eravamo felici, ed era difficile trovare l’occasione adatta per parlare di un argomento così delicato.”
-“Mamma, ma cosa credi che avrei mai fatto”, la bloccò Lucy, -“Pensi che avrei commesso una pazzia e non so, me ne sarei andata di colpo di casa?
Sono vostra figlia, e mi avete cresciuta con amore, affetto, ma quello che più mi ferisce di tutta questa storia, è che mi avete mentito per tutto questo tempo, io meritavo di conoscere la verità…”
-“Hai ragione figliola”, rispose Eleonore, -“Forse avevamo davvero paura di una tua reazione in fondo, più il tempo passava e più il coraggio veniva meno, lasciando infine le cose così com’erano, sbagliando purtroppo, perché i nodi, gira che ti rigira, vengono sempre al pettine.
Ti chiediamo sinceramente perdono per questo Lucy, spero che tu ce lo concederai e che capisca le ragioni, anche se sbagliate, del nostro modo di agire, ora, prima hai detto di meritare la verità, e seppur con colpevole ritardo, adesso l’avrai, spettandoti di diritto.
Vedi, a tuo padre, il tuo vero padre, dopo una lunga incurabile malattia, gli erano rimasti pochi giorni di vita a ridosso del parto, fece solo in tempo a vederti nascere, godendoti per quei primissimi giorni, e a darti il tuo nome, “Lucy”, poi prima di andarsene per sempre, quel giorno, quell’ultimo giorno, io e suo fratello, ovvero tuo padre Mikeal, eravamo accanto a lui, sai, nonostante stesse morendo, ringraziò Dio per avergli concesso di averti vista nascere e che se ne sarebbe andato in pace, felice, con il ricordo del tuo volto, poi, disse a suo fratello di promettergli che si sarebbe preso cura di noi, e che sua figlia sarebbe dovuta crescere con un padre accanto, ovvero egli stesso, volle che il sangue del suo sangue fosse cresciuto dal sangue del sangue.
Mikeal gli promise che l’avrebbe fatto, devi sapere che loro due erano molto uniti sin da piccoli, si fidavano ciecamente uno dell’altro, e ognuno avrebbe dato la propria vita per l’altro, per questo non ci pensò due volte ad affidarti a suo fratello, colui che fino ad oggi ti ha cresciuta come solo un padre poteva fare.
Io non mi sono mai opposta a quella decisione, volevo anch’io che tu crescessi con una figura paterna presente nella tua vita, non dovendo così passare lo stesso inferno da me vissuto, quello di crescere senza tale figura, credimi, io e tua nonna abbiamo sofferto tantissimo, lei si è occupata di me finché ha potuto, dopo me la sono dovuta cavare da sola, ed io non avrei mai voluto che a te toccasse lo stesso destino, sei mia figlia, non volevo che crescessi soffrendo.
Con il passare del tempo poi, piano, io e Mikeal abbiamo iniziato ad affezionarci veramente, finché non ci siamo innamorati l’uno dell’altra, diventando in seguito a tutti gli effetti una vera famiglia.
Io non lo dimenticherò mai tuo padre, lo porterò dentro nel mio cuore per sempre, del resto tu sei il frutto del nostro amore, è solo che la vita è andata avanti, ed io, ho soltanto cercato di continuarla; questo è quanto.
Senti, ora tuo padre vorrebbe parlarti da solo, ok?
Io vi aspetterò a casa, va bene tesoro?”, le disse, dandole poi un intenso bacio sulla fronte.
Lucy, dopo qualche secondo di titubanza, acconsentì con un cenno del capo, Eleonore, fece gesto a Mikeal di avvicinarsi, e prima di andare, incrociarono i loro sguardi e si sfiorarono le mani a vicenda.
Mikeal le si sedette vicino e cominciò a parlarle.
-“Hey piccolina”, le disse, sfiorandole i capelli con le dita.
-“Tua madre ti ha già raccontato tutta la storia, non serve che io te la ripeta, lo so che sei arrabbiata e confusa in questo momento, ma lasciami dire solamente una cosa.
Se non vorrai più accettarmi come tuo padre, essere mia figlia, io lo capirò, anche perché in fondo è la verità, e se vorrai considerarmi colpevole per esserlo stato ingiustamente per tutti questi anni, va bene, ma voglio che tu sappia che questa è la più grande colpa di cui vado fiero, perché anche se non sei sangue del mio sangue, tu sei e resterai comunque per me la mia piccolina, la figlia che non ho mai avuto, e ti amerò per sempre, come solo un padre sa fare.
Comunque vada, io continuerò a vegliare ogni giorno su di te fino alla fine, dopotutto, è il lavoro di un genitore occuparsi della felicità dei propri figli, e la tua sarà sempre al primo posto, venendo prima di ogni altra cosa a questo mondo, sono tuo padre, come potrei non battermi per la felicità di mia figlia.”
Lucy, che aveva ascoltato silenziosamente per tutto il tempo, con un nodo alla gola, il discorso di Mikeal, dopo quelle ferme parole, esplose in lacrime, gettandosi poi fra le sue braccia, seguì un vero intenso abbraccio, come solo tra un padre e una figlia poteva essere, dove non ci fu alcun bisogno che nessuno dei due proferisse altre parole, perché tutto era racchiuso in quell’abbraccio.
A termine di quel momento così profondo, Lucy chiese a Mikeal se era possibile, prima di tornare a casa, andare a trovare il suo vero padre, sempre se questo non gli avrebbe portato dispiacere, Mikeal, senza pensarci troppo su, acconsentì immediatamente.
Così, recatisi al cimitero dove riposava Philip, e giunti dinnanzi al suo sepolcro, Mikeal prese per primo parola.
-“Ciao Phil, oggi ho portato qui con me una persona speciale, cresciuta molto dall’ultima volta che l’hai vista, e che avrebbe voglia di dirti qualcosa.
Perdonami, se non l’avevo ancora fatto prima d’ora.”
Mikeal poggiò poi un fiore sulla tomba, e sfiorando la foto di Phil con le dita, avvicinandosi sussurrò, -“Ti saluto, fratello mio”, dopo, rivolgendosi a Lucy gli disse, -“Immagino che tu voglia rimanere un po’ da sola, io ti aspetto davanti all’uscita”, poi poggiando le mani sulle sue spalle, gli diede un bacio in testa, andando via.
Lucy, rimasta sola, dopo qualche momento iniziale d’imbarazzo e silenzio, cominciò a parlare.
-“Ciao, eccomi qua allora, un po’ cresciuta dall’ultima volta che mi hai vista, appena nata…
Sono sicura che in qualche modo, da qualche parte, tu mi stia ascoltando, e volevo soli dirti che…
Io sto bene, sono cresciuta bene, spero tu sia stato felice nel vedermi crescere, la mamma e il papà hanno fatto un ottimo lavoro dopotutto, inoltre…
Ho saputo dalla mamma, che hai voluto che Mikeal mi facesse da padre, che si prendesse cura di me, e l’ha fatto, mi ha dato tutto quello che mi poteva dare, di questo, volevo ringraziarti dal più profondo del cuore, per avermi permesso di crescere con una figura paterna accanto, pensando così, fin da subito, al mio bene, del resto, come solo un padre poteva fare.
Grazie.”
Lucy, porse poi anche lei un fiore sulla tomba, sfiorando di seguito la foto con le dita, rimanendo in silenzio.
Si voltò per andarsene, non prima di rivolgervi però un ultimo sguardo, dicendo poi a bassa voce, -“Ciao, papà.”
Lucy si sentì sollevata, fu grata per essere stata messa a conoscenza della verità, una verità che non avrebbe cambiato la vita a nessuno di loro, ma solo resi più liberi, con Mikeal ed Eleonore senza più quel fardello da dover tenere nascosto, e Lucy che non poteva avercela più di tanto con i suoi genitori, in fin dei conti il loro legame era tanto puro quanto indistruttibile, e niente al mondo l’avrebbe potuto scalfire, neanche una verità nascosta.
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